Le bellezze architettoniche, l’antica Università degli Studi di Camerino, il culto della Santa Camilla Battista Varano e la presenza dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, nato proprio a Camerino nel 1528, le tradizioni culturali (la città ha dato vita alla più significativa scuola pittorica delle Marche), gli impianti sportivi all’avanguardia (punto di riferimento per il turismo sportivo in un contesto ambientale intatto) e le bontà della cucina locale fanno di Camerino una meta di singolare attrattiva.
La città di Camerino sta fronteggiando la grave emergenza legata alla crisi sismica dell’agosto-ottobre 2016, ma non per questo ha perso il suo fascino e la sua vocazione turistica.
Grazie all’intervento di recupero della Fondazione Arvedi Buschini di Cremona, è stata riaperta al culto in tutto il suo splendore la Basilica di San Venanzio Martire. Dell’edificio precedente, eretto nel sec. XII su area di chiesa paleocristiana in zona cimiteriale, il sisma del 1799 risparmiò la facciata dei secc. XIV-XV e l’abside con la cripta. Luigi Poletti nella prima metà dell’Ottocento erigeva, tra i resti, navate neoclassiche. Splendidi il portale (metà XIV s.) e le sculture della lunetta che richiamano l’arte di Andrea Pisano e del figlio Nino. All’interno si può ammirare la statua argentea del santo (1764), la pala del Turchi, le belle sacrestie e il museo. Nella cripta sono conservate l’urna argentea (XIII s.) e l’arca del santo (XIV s.).
Si offre come piacevole oasi di verde la Rocca Borgesca, posta sull’orlo di un precipizio, che fu fatta erigere da Cesare Borgia su disegno di Ludovico Clodio nel 1503 per controllare la città dal versante sud-ovest: i torrioni cilindrici e il possente mastio sono esempi di architettura militare del primo Rinascimento. La fortezza venne in seguito restaurata da Giovanni Maria Varano che, solo a un anno dall’aggressione del Valentino, era riuscito a riprendere la città di Camerino. Sulla spianata interna sorge ancora parte della struttura del convento francescano di San Pietro in Muralto del 1300.
Da vedere anche anche l’Orto Botanico “Carmela Contini” istuito nel 1929 e il Convento di Renacavata, nella cui chiesa è conservata una magnifica maiolica invetriata attribuita a Mattia della Robbia
Il nuovo polo museale Venanzina Pennesi ha trasformato quello che era un deposito, in un vero e proprio salotto in cui ospitare una parte delle opere delle collezioni civiche e diocesane salvate dal sisma del 2016.
Info: Associazione Turistica Pro Camerino 0737-632534 / 345-8855294
A passeggio tra chiese, castelli e alberi secolari. Fortemente caratterizzata da torri e campanili, immersa tra le dolci colline maceratesi nella valle del Potenza, San Severino è testimone di storia e tradizioni marchigiane.
La parte alta è una delle zone più suggestive, col Duomo antico, la Torre Civica e il Museo Archeologico, che affascina per i reperti di età picena e romana.
L’attuale centro si trova a valle e si sviluppa intorno all’ampia, armoniosa Piazza del Popolo, di forma ellittica, interamente porticata, tra le più belle e suggestive delle Marche
Elcito, un borgo arroccato alle falde del Monte San Vicino.
A rendere il luogo davvero suggestivo, i paesaggi circostanti e la conformazione del paesino stesso, che sembra scolpito nella roccia. È uno dei luoghi nascosti più incantevoli delle Marche, dove il tempo sembra essersi fermato e dove tutto sembra cristallizzato, come in un sogno.
Il borgo è meta ideale non solo per chi ama vivere a stretto contatto con la natura ma anche per chi pratica escursioni. Elcito, infatti, rientra tra i luoghi della Riserva Naturale Regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito e può essere punto di partenza di diversi itinerari.
Uno tra i tanti il passaggio per la faggeta di Canfaito dove si può ammirare il più grande faggio delle Marche, il Monumento, e gustarsi fantastici panorami.
Esposizione delle opere salvate dalle chiese dopo il sisma del 2016. Ricchissimo è il patrimonio esposto, di cui fanno parte autentici gioielli, come la Madonna del Monte di Lorenzo d’Alessandro o la statua lignea della Madonna di Macereto. Tra le tante e tante opere, di ogni epoca e di qualità disparata, che hanno trovato ricovero provvisorio in questo antico palazzo, la scelta è stata infatti dettata dalla volontà di comporre un quadro il più possibile rappresentativo della splendida arte sacra prodotta da queste terre e per queste terre tra il Duecento e il Settecento, riportando finalmente davanti agli occhi del visitatore almeno un po’ di quel meraviglioso patrimonio di cui le chiese dell’arcidiocesi vanno fiere e che un giorno dovranno tornare ad accogliere.
Info: Pro Loco San Severino 0733-638414
Alla scoperta della patria del Verdicchio.
Adagiata nella valle dell’Esino, tra il Monte San Vicino e la catena dei Monti Sibillini, dove nascono i vitigni del Verdicchio, Matelica è apprezzata per la sua produzione vinicola e per il miele pregiato.
Fulcro del centro abitato è Piazza Enrico Mattei, dedicata al fondatore dell’ENI che proprio qui visse, al centro della quale si trova una monumentale fontana cinquecentesca.
Affacciano sempre su Piazza Mattei anche alcuni dei principali palazzi della cittadina: il Palazzo del Governo, la Torre Civica, il Palazzo Comunale, il rinascimentale Palazzo Ottoni.
Un delizioso borgo di circa 150 abitanti decorato da oltre 70 murales.
Passeggiando tra una casa e l’altra è possibile scorgere sulle pareti, nei muretti e nei fienili coloratissimi disegni realizzati dagli studenti dell’Accademia di Macerata e di quella di Brera, con la partecipazione di artisti provenienti da tutto il mondo.
Una gola amena e fiabesca incorniciata dalla Riserva Naturale di Monte San Vicino e Monte Canfaito e costituita da una splendida sequenza di salti.
Le sue acque si raccolgono in piccole pozze cristalline, dipingendo un magnifico quadro brulicante di vita.
A Palazzo Piersanti è ospitato l’omonimo museo, fiore all’occhiello della città, che prende il nome dalle collezioni di Venanzio Filippo Piersanti.
Info: Pro Loco Matelica 0737-85671
Borgo incastonato tra il verde delle valli e l’acqua, attraversato da fiumi e torrenti, che rendono l’atmosfera molto suggestiva. Pioraco è il paese della carta,
delle grotte, del silenzio e dei “mostri”, ricorda un piccolo centro montano dove il tempo scorre più lentamente.
Pioraco non è solo il paese delle carta, dell’acqua e de Li Vurgacci ma anche dei baci. Sul ponte del bacio, puoi darti un bacio sospeso e scattare una foto con uno splendido panorama alle tue spalle.
E’ stata ricostruita una “gualchiera prolaquense”, ovvero una piccola cartiera medioevale per la dimostrazione pratica, dell’antica lavorazione della carta “Miliani Fabriano”, che producevano qui fino al 1920.
Il tour prosegue nel museo della filigrana, dove trovi esposta una raccolta di filigrane artistiche, carte filigranate (dei secoli XIV e XIX) e filigrane in chiaroscuro create da stampe in cera purissima, incise in bassorilievo, grazie alla galvanoplastica che sfrutta l‘elettrolisi.
Altre importanti mostre sono ospitate presso il Polo Museale: il Museo dei Fossili e il Museo dei Funghi
Li Vurgacci
Questo percorso, che si snoda su ponti e passerelle di legno, unisce alla bellezza della natura la vicinanza al centro storico del paese.
Inizia dove le acque del fiume Potenza attraversano Pioraco, nel luogo in cui prendono vita, quasi magicamente, cascate, gorghi, fosse e forre creati da anni ed anni di erosione. Si possono osservare resti di età romana e incontrare “creature spaventose” scolpite da Antonio Ceccarelli e che ravvivano un angolo a loro dedicato, la Fossa dei Mostri.
Info: Ufficio Accoglienza Turistico 334-3163949 / 3398758371
Magici ed incantati, oasi unica di biodiversità in cui immergersi per rivivere il fascino del tempo passato e scoprire i tesori che l’uomo ha saputo conservare nei secoli in un ambiente naturale magnifico e selvaggio. Uno scrigno che raccoglie bellezze naturali, tradizioni e leggende da scoprire avventurandosi per numerosi sentieri.
Uno scenario splendido, location ideale per numerose attività sportive e ricreative.
Dalle sue sponde, ad esempio, si parte per risalire gli affascinanti sentieri che si diramano tra i boschi dei Sibillini e che conducono a scorci mozzafiato.
Esistono i canyon anche in Italia?
La risposta è sì, ne è la dimostrazione questo splendido paesaggio di roccia calcarea rossa modellata dall’erosione del vento con guglie a lama.
Bolognola è uno dei più piccoli e più elevati comuni delle Marche. Sotto la vetta più alta nel suo territorio, il Monte Rotondo, si apre l’inaccessibile forra dell’Acquasanta, con l’omonima e splendida cascata naturale. Dalla frazione Pintura, posta a circa 3 km dal capoluogo,si può ammirare un suggestivo panorama, tra verdi montagne, mucche al pascolo e cavalli che corrono liberi nei prati.
Tra fine maggio e la metà di luglio, l’altopiano di Castelluccio è testimone di un evento di particolare importanza, la Fioritura. Per diverse settimane la monotonia cromatica del pascolo, viene spezzata da un mosaico di colori, con variazioni di toni che vanno dal giallo ocra al rosso.
Fabriano è nota per la produzione della carta e per la filigranatura dei fogli, invenzione introdotta dai mastri cartai fabrianesi nella seconda metà del XIII secolo. È, oltre a Bologna, l’unica città italiana appartenente alle Città creative dell’UNESCO.La piazza di Fabriano, Piazza del Comune, è di forma triangolare e al suo centro spicca la Fontana Sturinalto, risalente al 1285. Nello spiazzo si affacciano alcuni dei più importanti edifici: il Palazzo Podestà, il Palazzo del Comune e il Loggiato di San Francesco. Quest’ultimo risale alla metà del ‘400, ha una meravigliosa struttura composta da 19 arcate alte che suscita molto interesse per l’effetto prospettico che si crea con la piazza scoscesa.
Scoperte per caso da un gruppo di giovani del Gruppo Speleologico Marchigiano CAI di Ancona nel 1971 e aperte al pubblico tre anni più tardi, sono una delle cavità naturali più grandi d’Europa e tra le grotte in Italia più amate.
Esplora un labirinto di oltre 40 km di lunghezza nel quale si susseguono, uno dopo l’altro, enormi stanzoni, corridoi, pozzi e ripidi saliscendi che lasciano a bocca aperta;
visita ambienti spettacolari pieni di altissime stalagmiti, impressionanti stalattiti, colonne, laghetti, pozze e lame calcaree;
concludi la giornata spingendoti fino al Tempio del Valadier, una suggestiva chiesa ottagonale con tetto a cupola ricoperto da lastre di piombo inserita in una grotta nella vicina frazione di Genga
Info: Ufficio Turistico 0732/709424
Tolentino, il cui centro storico è ancora oggi delimitato per lunghi tratti dalle mura duecentesche, conserva opere d’arte e monumenti di notevole valore. Città d’arte tra le più note e frequentate delle Marche, in posizione strategica nella valle del Chienti, fu municipium romano e precedentemente fu centro piceno, come raccontano le numerose necropoli rinvenute nella zona. Simbolo della località è la Torre degli Orologi e il MIUMOR – Museo internazionale dell’Umorismo nell’Arte.
La Basilica di San Nicola famosa per lo splendido “Cappellone di San Nicola”, un grande ambiente affrescato del ‘300 da Pietro da Rimini, un ambizioso e meticoloso racconto delle storie di San Nicola. All’interno troviamo un meraviglioso soffitto a cassettoni lignei dorati e l’urna del Santo, con diorama sulla sua vita.
Da qui, attraverso la Porta del Ponte, si arriva al leggendario Ponte del Diavolo, unico per la sua forma con cinque arcate in tutto il fiume Chienti.
Il Castello de la Rancia, eretto poco distante da Tolentino nella contrada Rancia nel XII secolo come fattoria-granaio fortificato. L’architettura venne modificata dai Signori Da Varano come castello. La suggestiva fortificazione si presenta a forma quadrangolare protetta da una cinta merlata rafforzata da tre torri angolari. Attualmente ospita il Museo civico archeologico “Aristide Gentiloni Silverj”, una ricca raccolta di reperti preistorici, piceni e romani del territorio.
“Urbs Salvia”, colonia e municipio romano, fu un’antica e grande città del Piceno e ne è testimonianza il Parco Archeologico più importante della Regione Marche che si estende per 40 ettari.
Il percorso di visita, che si snoda in gradevoli sentieri scendendo attraverso un comodo tracciato di circa un chilometro, consente di cogliere nella sua interezza la struttura di una tipica città romana. Nel punto più alto le cisterne dell’acquedotto che rifornivano d’acqua la città sottostante. Più in basso il teatro, usato per le rappresentazioni drammatiche, e l’edificio a nicchioni, che fungeva da scenografico raccordo dei vari livelli della città. Ai piedi della collina si estende l’area sacra, costituita da un tempio con criptoportico, corridoio sotterraneo affrescato con immagini legate alla propaganda augustea. Attraversando l’imponente cinta muraria si raggiunge l’anfiteatro, in ottimo stato di conservazione, dove si svolgevano i giochi gladiatori.
L’Abbadia di Fiastra, fondata nel 1142 da una comunità di monaci, è un notevole esempio di architettura cistercense, che conserva intatti la chiesa, il chiostro e alcuni dei locali utilizzati dai monaci.
Accanto ad essa è posto il palazzo dei Principi Giustiniani Bandini.
Il tutto è inserito nel contesto della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, area protetta che offre percorsi pedonali, ciclistici, a cavallo, arre picnic, bar e un sistema museale che comprende Museo Del Vino, Raccolta Archeologica e Museo della Civiltà Contadina.
Info: Ufficio Turistico 0733/506566 Ufficio Meridiana 0733/202942
Capoluogo dell’omonima provincia delle Marche, è adagiata su una bella collina e gode di tutto il fascino dei centri storici italiani: è protetta da mura, disegnata da vicoli, elegante nelle architetture e nei palazzi nobili. Vanta una Università tra le più antiche nel mondo, fondata nel 1290.
Perla cittadina è l’Arena Sferisterio , splendido esempio di architettura neoclassica, un grande teatro all’aperto impreziosito da un’elegante successione di arcate che ospita ogni estate una prestigiosa stagione lirica, il Macerata Opera Festival.
Info: Ufficio Turistico 0733 – 256382
La Torre Civica, alta 64 metri, sulla quale si ammira l’orologio planetario, fedele riproduzione dell’antica macchina progettata dai Fratelli Ranieri nel 1571, che ogni giorno, alle 12 ed alle 18, inscena il carosello dell’Angelo e dei Magi.
Nel cuore della città sorge il settecentesco Palazzo Buonaccorsi, oggi sede dei Musei Civici con le raccolte di arte antica e moderna e del Museo della Carrozza, innovativo allestimento che consente di viaggiare nella Marca Maceratese con una carrozza virtuale.
Nel centro storico si trovano altri edifici di notevole valore: il Palazzo Comunale, dalla facciata in stile neoclassico del 1600; la Loggia dei Mercanti, piccolo gioiello rinascimentale fatto realizzare dal Cardinale Alessandro Farnese;
Adagiata sulla sommità del Monte Circe ed immersa, Cingoli ha ottenuto il titolo di Balcone delle Marche: da una vasta terrazza sulle mura castellane di origini medievali, è possibile godere della vista di gran parte del territorio marchigiano, con la cornice naturale del Mare Adriatico e del Monte Conero.Caratteristico il centro storico vivacizzato dalla presenza di portali rinascimentali e palazzi nobiliari. Vero e proprio gioiello è la Chiesa di San Filippo Neri.
Fuori delle mura cittadina sorgono la Collegiata di Sant’Esuperanzio e il barocco Santuario di Santa Sperandia, al cui interno si conserva il corpo della santa monaca benedettina.
Presso il Lago di Castreccioni, tra gli ampi boschi tra le pendici del Monte San Vicino, è possibile effettuare escursioni, passeggiate in bici o a cavallo.
Meta di rotte migratorie di molti uccelli acquatici, è diventato “Oasi Provinciale di Protezione Faunistica” ed è il più grande bacino artificiale della regione Marche
Info: Ufficio Turistico 0733/602444
La Chiesa di San Domenico ospita la “Madonna del Rosario” di Lorenzo Lotto, tela realizzata nel 1539, di valore inestimabile, la cui ambientazione, ricca di dettagli realistici, restituisce a chi la osserva un forte senso di appagamento e di pienezza.
Splendida cittadina famosa per aver dato i natali all’illustre poeta Giacomo Leopardi, si eleva sul crinale tortuoso di un colle tra le valli dei fiume Potenza e Musone. E’ una tipica “città-balcone” dalla quale si può ammirare un suggestivo panorama che va dal Mare Adriatico ai Monti Azzurri.
Celebri in tutto il mondo sono i luoghi cari al poeta recanatese: Casa Leopardi, con la biblioteca di circa 20.000 volumi, la casa di Silvia, la piazza del Sabato del Villaggio e la sommità del Monte Tabor, conosciuto come il Colle dell’Infinito, la Torre del Passero Solitario.
Info: Ufficio Turistico 071/98147
Posta su un colle dominante il mare Adriatico, fra le valli del Potenza e del Musone, Loreto, con il profilo inconfondibile del suo Santuario e la maestosità del Palazzo Apostolico, si impone subito col fascino delle cose belle, che suscitano curiosità e voglia di saperne di piu’ su questa cittadina.
Loreto deve la sua fama al Santuario che è stato per secoli ed è ancora oggi uno dei luoghi di pellegrinaggio tra i più importanti del mondo cattolico. La città, circondata da una cinta muraria eretta a partire già dal XIV secolo come difesa, soprattutto dalle incursioni turche, si è sviluppata intorno alla nota Basilica che ospita la celebre reliquia della Santa Casa di Nazaret dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria nacque e visse e dove ricevette l’annuncio della nascita miracolosa di Gesù.
La città è caratterizzata da camminamenti di ronda, torrioni, corpi di guardia e sistemi difensivi piombanti. Il lato nord est di Piazza della Madonna è chiuso dal grandioso Palazzo Apostolico, che ospita il Museo dell’Antico Tesoro del santuario. Fra i vari oggetti d’arte spiccano le pregevoli tele di Lorenzo Lotto, la prestigiosa collezione di ceramiche rinascimentali e i dieci arazzi raffaelleschi. Al centro della piazza si staglia la mirabile Fontana Maggiore, capolavoro barocco di Carlo Maderno e Giovanni Fontana. Sul lato sinistro del sagrato si scorge il monumento a Papa Sisto V.
Info: Ufficio Turistico 071/970276